Risarcimento danni incidenti sul lavoro
In una nazione in cui la cultura della sicurezza sul lavoro continua a essere quanto meno sottovalutata, in caso di incidenti di una certa gravità, è indispensabile poter contare su consulenti qualificati.
In una nazione in cui la cultura della sicurezza sul lavoro continua a essere quanto meno sottovalutata, in caso di incidenti di una certa gravità, è indispensabile poter contare su consulenti qualificati.
Possiamo avere un lavoratore vittima di un incidente nello svolgimento delle proprie mansioni o nella cosiddetta fase “in itinere” (verso o durante l’attività lavorativa). Oppure mentre è in pausa nonché in caso di soccorso a un collega a sua volta in difficoltà. In questi casi è automaticamente riconosciuto dall’Inail un indennizzo per “infortunio sul lavoro” qualora un tale evento comporti l’impossibilità a svolgere la propria attività per un periodo superiore ai tre giorni. Allo stesso modo, per casi più complessi, può anche essere riconosciuta la malattia professionale.
Questa tipologia di indennizzi praticamente “automatici”, previsti dalle norme sul lavoro proprio in ragione del fatto che lavorando può succedere di farsi male, non esauriscono tuttavia il discorso. Parliamo cioè della materia collegata all’effettiva valutazione del danno subito dal lavoratore e delle relative conseguenze, anche rispetto all’ipotesi di particolari responsabilità imputabili al datore di lavoro.
Non a caso esiste il cosiddetto “danno differenziale” ulteriormente risarcibile al lavoratore, calcolato proprio in base alla differenza tra quanto già versato dall’Inail e quanto il lavoratore può richiedere a titolo di risarcimento al proprio datore di lavoro in sede civilistica.
Mentre cioè l’indennizzo Inail è la diretta conseguenza del fatto che ci sia stato un infortunio, dietro la richiesta di risarcimento del lavoratore al proprio datore di lavoro può esservi un possibile comportamento non corretto o esplicitamente colposo di quest’ultimo o di un soggetto terzo.
In ragione di ciò il danno differenziale può essere riconosciuto a qualunque lavoratore che, pur in presenza di un avvenuto indennizzo o di una rendita Inail, sia giudicato vittima di un danno da quantificarsi a parte.
La differenza principale tra i due tipi di indennizzi è che quello riconosciuto dall’Inail corrisponde in larga misura ad attuare una “funzione sociale”. In altre parole assicurare comunque un’entrata economica per il lavoratore costretto ad assentarsi per infortunio o vittima di malattia professionale.
Al contrario, nel concetto di “danno differenziale” vengono considerati altri aspetti quali:
Compito di Studio Primi è quello di verificare, senza ulteriori costi e senza vincoli di sorta per il lavoratore, l’eventuale sussistenza di valide ragioni per richiedere un ulteriore risarcimento del danneggiato e/o dei propri cari.
In presenza di un mancato riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Inail oppure di un esplicito rifiuto da parte del datore di lavoro di denunciare l’incidente, per le ragioni più varie, è comprensibile quanto preziosa per il lavoratore possa diventare la possibilità di rivolgersi a uno studio in grado di guidarlo nella giusta direzione.
L’eventuale danno subito, l’invalidità o la malattia riportata, vanno prima di tutto opportunamente quantificati mediante visite specialistiche e consulenze medico-legali adeguate. Sarà ovviamente Studio Primi ad attivare per questi controlli i propri referenti, senza alcun esborso da parte del lavoratore.
Anche in caso di violazioni della normativa sulla Sicurezza e Salute sui luoghi di lavoro, oppure di importante sussistenza di danno non patrimoniale (biologico, morale o esistenziale) o patrimoniale, la richiesta di risarcimento dovrà infatti essere avvalorata e supportata dalla dovuta documentazione.
Questi gli aspetti specifici della consulenza di Studio Primi:
In caso di esito negativo nella richiesta di risarcimento, Studio Primi non addebiterà nessun costo al proprio cliente.
Oltre al lavoratore, anche gli stessi datori di lavoro, nel caso vi sia un terzo responsabile per l’infortunio occorso al proprio dipendente, possono avviare un procedimento per essere indennizzati appunto rispetto alla forzata assenza di quest’ultimo dal lavoro.
Tale lavoratore, assente per infortunio causato da responsabilità di terzi, rappresenta di fatto un costo ingiusto per il datore di lavoro, dovendo in ogni caso questi pagare, parzialmente o del tutto, la sua retribuzione e i contributi previsti dalla legge.
Ci sono casi in cui il datore di lavoro potrà essere risarcito anche di quanto speso per aver dovuto assumere anche temporaneamente un altro lavoratore, in sostituzione di quello infortunato.